Notre Dame alla fine è sopravvissuta all’incendio che la sera di lunedì 15 aprile ne ha distrutto parte del tetto e la famosa guglia alta 45 metri (il gallo di rame che era sulla cima è stato miracolosamente ritrovato intatto tra le macerie).
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Ma adesso chi paga?
La Cattedrale francese risulta essere di proprietà dello Stato, che l’ha affidata alla Santa Chiesa Cattolica.
Logica vorrebbe che monumenti di un simile valore siano correttamente assicurati, ma purtroppo non è stato così. La Cattedrale francese non è stata assicurata dal Ministero dei Beni Culturali. Questo purtroppo accade spesso quando un bene è di proprietà dello Stato.
Ma quindi, cosa succede nel caso specifico di Notre Dame?
Qui c’è un aspetto da non sottovalutare: la presenza della società di ristrutturazione. Dalle ricostruzioni delle ultime ore, infatti, parrebbe che l’incendio sia divampato dalle impalcature della società. Se fosse davvero così, il primo soggetto a dover contribuire alla ricostruzione sarà proprio la società di ristrutturazione.
Questo perché?
Perché quando un’azienda vince una gara d’appalto per l’esecuzione di lavori edili deve necessariamente stipulare una polizza assicurativa particolare: la polizza CAR (Contractor’s All Risks, letteralmente ‘tutti i rischi del costruttore’), una polizza che indennizza in maniera diretta gli eventuali danni alle opere, agli immobili e ai beni che si trovano nel cantiere.
Bisogna tenere conto di un fatto: la polizza CAR stipulata dalla società di ristrutturazione ha un massimale che non basterà a coprire i costi di ristrutturazione perché ciò che è accaduto è un caso del tutto eccezionale che non è stato considerato nel massimale della polizza assicurativa.
Quindi?
Quindi la società di ristrutturazione coprirà con la polizza fino al massimale assicurato, il resto dovrà essere coperto dallo Stato e da donazioni private (tramite donazioni sono stati già raccolti 300mln di euro in meno di due giorni).
E se il monumento avesse subito dei danni a causa di eventi naturali (terremoto, alluvione, incendio causato da un fulmine)?
In questo caso la polizza CAR della società di ristrutturazione non avrebbe coperto nulla.
E perché?
Perché in questi casi la responsabilità ricadrebbe sul proprietario del bene (nel caso di specie lo Stato francese che l’ha affidato alla Chiesa Cattolica), il quale avrebbe dovuto stipulare una polizza sul fabbricato che copre il proprietario da ogni danno materiale diretto. Purtroppo, come detto all’inizio di questo breve articolo, la Cattedrale francese non è stata assicurata dallo Stato.
Questo è un dato che deve farci pensare.
Come è possibile che monumenti di un simile valore non soltanto economico, ma anche e soprattutto artistico e culturale, non siano assicurati dai rispettivi proprietari?
Si pensi che anche il nostro amato Colosseo (di proprietà dello Stato italiano) non è assicurato!
Mentre il Duomo di Milano, di proprietà della Veneranda Fabbrica del Duomo, risulta essere perfettamente assicurato.
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